Giovedì 19 novembre si è svolto un importante web talk “Il valore della sostenibilità. Profitto, concorrenza e reputazione d’impresa” organizzato da Federmanager con 4.Manager e ESGR per presentare il punto di vista degli oltre 1.000 manager iscritti a Federmanager che hanno collaborato alla survey ‘La sfida della sostenibilità competitiva’, condotta dall’Osservatorio 4.Manager, tra il 28 ottobre e il 10 novembre 2020.
La sostenibilità non è un costo, ma un investimento che genera profitto. Ed è sempre più essenziale per le aziende, in termini di crescita e posizionamento sul mercato. Per 2 manager su 3 infatti una crescente evoluzione delle aziende verso criteri e certificazioni di sostenibilità può contribuire a una maggiore competitività delle stesse, con un conseguente aumento dei profitti e una maggiore attrattività nei confronti della clientela e per l’accesso ai finanziamenti. Uno sviluppo sostenibile, insomma, ha impatti positivi evidenti sulla reputazione delle imprese.
Il presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla, in apertura dell’evento ha sottolineato quanto sia diventato necessario distinguere tra “green washing” e le azioni tangibili che creano una reputazione socialmente rilevante e capace di generare business. “Se non comprendiamo che questa sfida ha una dimensione economica, non potremo mai veramente vincerla”.
«Non è un caso che l’Europa abbia scelto di vincolare il 30% degli oltre 1.800 miliardi di euro messi in campo dal bilancio pluriennale e da Next Generation Eu proprio a questo genere di investimenti», continua il presidente dei manager. «Oggi 2 manager su 3 sanno che interi settori produttivi europei hanno la chance di diventare leader globali grazie alla trasformazione green. E sono anche consapevoli del rischio, per chi non si trasforma, di essere espulsi dal mercato. Le regole saranno più rigorose, l’Europa vigilerà,abbiamo parametri che influenzeranno sempre di più i flussi finanziari, certificazioni che premieranno le filiere più responsabili mettendo al bando fenomeni illegali e corruttivi».
«Non ci stupisce, quindi, che le istituzioni europee siano il primo attore di questo cambiamento. Ci fa piacere, inoltre, avere conferma che il mondo dell’impresa è consapevole della propria responsabilità in questo processo. La cosa che dobbiamo augurarci», rilancia Cuzzilla, «è che anche il nostro governo nazionale consideri la sostenibilità un progetto-Paese. Non basta che la lotta ai cambiamenti climatici sia sentita come obiettivo. Chiediamo che le risorse siano destinate a supportare la transizione verde dell’industria, a favore di chi adotterà il nuovo modello d’impresa, l’unico capace di far alzare i nostri indici di produttività».
All’incontro sono intervenuti personaggi di grande rilievo nell’analisi e nello sviluppo del tema della sostenibilità ambientale: Gennaro Vecchione, direttore generale del Dis (il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza); Francesco Rutelli, presidente Anica, Anica Academy e Soft Power Club; Marzio Galeotti, professore di Economia politica presso il dipartimento di Scienze e Politiche ambientali dell’Università degli studi di Milano; Carlo Mazzi, presidente di Prada.
Le battute conclusive sono state affidate al Manager Certificato per la Sostenibilità Roberta Casali, presidente di Cda Tages Capital Sgr, che ha illustrato in modo esaustivo le competenze richieste al Manager della Sostenibilità, quelle che ha chiamato “le 5CO”: COnoscenza, COnsapevolezza, COinvolgimento, COerenza, COmunicazione.
«Sono già più di 100 i manager per la sostenibilità certificati da Federmanager attraverso un qualificato percorso di assessment, formazione e certificazione che abbiamo chiamato “BeManager”. Continueremo a coinvolgere altre professionalità in questo programma – assicura il Presidente Cuzzilla – perché riteniamo che sia coerente con la domanda di competenze che vediamo in crescita e che intendiamo sollecitare». (a cura della Redazione di Federmanager Parma)